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Vendola elogia il Canada: “E’ un Paese civile”

29 giugno 2009

 

Dal Corriere Canadese del 27/6/2009

(http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=88762)

 

On. Nichi Vendola

On. Nichi Vendola

 

 

«Il Canada? Un Paese quasi perfetto»


Dai progetti per mantenere rapporti con la terra d’origine all’Italia «avvelenato dal berlusconismo»

 

TORONTO – Le parole sulla nuova Puglia che sta costruendo, che non ha più paura di cambiare, incantano. Ma è con un segno tangibile del cambiamento che il presidente della Regione a sud dello stivale, Nichi Vendola, inizia la sua conferenza al Columbus Centre.
Su ogni sedia della platea c’è una borsina di stoffa «made in carcere», come sottolinea subito lui con un briciolo d’orgoglio, fatta dalle donne detenute a Lecce con avanzi regalati dalle aziende tessili della zona. «In un anno di lavoro siamo riusciti ad ottenere 12 contratti a tempo indeterminato, così quando queste donne usciranno dal carcere avranno un lavoro che le attende».
Ma dopo aver messo sotto gli occhi di tutti un segno tangibile di una Puglia che quattro anni fa non esisteva, che ha smesso di lamentarsi e ha iniziato a lottare, il presidente Vendola cambia registro e dice che in Canada è venuto solo per imparare. «Il Canada può insegnare tanto a chi ha perso il senso delle regole perché qui esiste ancora un’idea del bene comune. Basta vedere con quanta maturità viene gestito lo sciopero dell’immondizia sia da parte del Comune che dei cittadini, che dimostrano un altissimo senso delle virtù civiche».

Ci sono temi, come l’immigrazione e l’omosessualità, sui quali il Canada ha davvero molto da insegnare. L’Italia è pronta a recepire la lezione?«Il Canada è una realtà che ha un mix straordinariamente avanzato di diritti sociali, individuali e umani. Ha realizzato un modello di convivenza pluralista fra le differenze, non assimilazionista. Le diversità non vivono in compartimenti stagni. È una società capace di mescolare le differenze, una realtà in cui i diritti civili, i diritti di libertà e degli individui sono sostanzialmente alla base di una specie di patto costituente, che non vede differenze politiche sostanziali. La destra canadese in Italia sarebbe considerata non dico di estrema sinistra, ma quasi per le sue posizioni in tema di diritti civili. E poi è un posto dove è impensabile che a un disabile vengano negati i diritti fondamentali. Se vedi il Canada da alcuni dettagli, dalla raccolta differenziata all’attenzione per i bimbi o per gli anziani, ti accorgi che è un posto veramente civile. Se non fosse per la mattanze delle foche sarebbe quasi perfetto».

Cosa pensa dell’inchiesta di Bari, che sta travolgendo non solo l’immagine di Berlusconi, ma quella dell’Italia intera?«Abbiamo bisogno che l’inchiesta vada avanti nel rispetto pieno dell’autonomia e dell’indipendenza dei pubblici ministeri che stanno indagando. Il mio auspicio è che si faccia piena luce su ogni singola zona d’ombra. Credo che la parte delle responsabilità penali sarà accertata in tribunale, ma emergono profili politici da questa vicenda, legati alla crisi di credibilità di una leadership travolta da una specie di scandalo infinito e attorniata da un establishment che non comprende la gravità e la profondità del guasto morale che si è prodotto nel cuore delle istituzioni italiane».

Per la verità non sembra che se ne siano accorti nemmeno gli italiani.«Berlusconi è un leader populista che sta perdendo il suo popolo. Ha avuto un risultato elettorale non piacevole per lui. Puntava sui 4 milioni di voti di preferenze e sta proprio molto lontano dalla meta. Nei ballottaggi le cose non sono andate come sperava. Diciamo che si vede la crepa, una crepa che nessun lifting potrà nascondere».

In molti altri Paese sarebbe bastato molto meno di quello che ha fatto Berlusconi per costringerlo a rassegnare le dimissioni. In Italia no.«L’Italia è un Paese che oggi appare malato. Il problema non è tanto Berlusconi, quanto il “berlusconismo”, un veleno che circola nelle vene della società italiana. Ci vorrà molto tempo per guarire l’Italia dalla sua vera malattia, da questa perdita di etica della responsabilità, da questa regressione allo stile di un paganesimo di massa, che adora il vitello d’oro del potere, del denaro, del sesso, che tornano ad essere la triade maledetta che rende sempre il potere così formalmente nobile e così sostanzialmente ignobile».

Dove ha sbagliato e dove continua a sbagliare la sinistra?

«La sinistra sbaglia quando s’impicca all’albero della nostalgia e quando pensa di adeguarsi all’esistente. La sinistra nostalgica e quella rassegnata non funzionano: perdono la loro anima e smettono di essere un’alternativa».

Letizia Tesi

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